Apple II
Storia
L’Apple II fu presentato nel 1977 da Apple Computer. Rappresentava l’evoluzione diretta dell’Apple I (costruito in poche decine di unità artigianali) ma con un approccio molto più commerciale e orientato a un uso domestico e didattico. Dotato di una scocca in plastica, tastiera integrata e la possibilità di collegare un monitor o un televisore, l’Apple II si distinse subito per la sua semplicità d’uso e la grafica a colori, un elemento raro tra i personal computer dell’epoca.
Il successo arrivò velocemente, anche grazie a un discreto parco software fin dai primi anni di vita, con giochi di rilievo come Mystery House (1980) o Ultima (1981), e programmi di produttività come VisiCalc (il primo foglio elettronico di larga diffusione). L’Apple II divenne così uno dei protagonisti dell’home computing a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, trovando grande diffusione nelle scuole statunitensi, grazie a programmi mirati di fornitura e a un mercato educational in rapida crescita.
Negli anni successivi Apple propose diverse evoluzioni e modelli migliorati, come l’Apple II Plus, l’Apple IIe, l’Apple IIc e infine l’Apple IIGS, che aumentarono memoria, prestazioni e capacità grafiche e sonore, pur mantenendo in larga parte la compatibilità con i software del primo Apple II. Questa longevità fece sì che la famiglia Apple II venisse impiegata in ambiti scolastici, domestici e professionali fino ai primi anni ’90.
Hardware
L’architettura dell’Apple II ruotava attorno al processore MOS 6502, un 8-bit a 1 MHz molto popolare all’epoca, ma la vera innovazione era la concezione “modulare”: gli slot di espansione interni permettevano di aggiungere funzionalità come interfacce seriali, controller per unità disco, schede per grafica migliorata o per passare a 80 colonne di testo.
Le modalità grafiche erano relativamente avanzate per il 1977, comprendendo il testo a 40 colonne (in seguito ampliabili a 80 colonne) e la grafica “Hi-Res” con risoluzione 280×192. La gestione dei colori si basava su uno schema particolare di segnale composito, con alcuni artifici (color artifacts) che permettevano di ricavare più tinte combinando pixel adiacenti. L’audio, seppur limitato a un canale a 1 bit, poteva essere controllato completamente da software, consentendo effetti sonori e musiche rudimentali.
Con l’introduzione dell’unità disco Disk II (progettata da Wozniak), l’Apple II divenne uno dei primi home computer a offrire un sistema di memorizzazione su floppy realmente accessibile, sveltendo i caricamenti rispetto alle cassette e favorendo la diffusione di applicazioni più complesse.
Accoglienza
Al momento del lancio, l’Apple II fu considerato una rivoluzione: un computer “completo” per la casa, con la possibilità di programmare in BASIC o linguaggio macchina, e con una gestione della grafica a colori che lo rendeva appetibile anche per i videogiochi. I primi utenti furono hobbisti e piccoli imprenditori, ma Apple seppe presto ampliare il target verso le scuole e gli ambienti professionali, grazie alla disponibilità di software come VisiCalc (il foglio elettronico che molti considerano “la killer app” dell’epoca).
Con l’avanzare degli anni ’80, l’Apple II si trovò a competere con numerosi home computer, tra cui Commodore 64, Atari 8-bit e IBM PC, ma seppe mantenere una base di utenti leale, specialmente nel mercato educativo americano. Il suo costo era più alto di molte soluzioni concorrenti, ma la reputazione di affidabilità, la rete di sviluppatori e la familiarità con l’ambiente scolastico ne garantirono la sopravvivenza.
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Specifiche
CPU
MOS Technology 6502 modificato a 1 MHz
GPU
circuiti video personalizzati
RAM
4KB RAM
Audio
altoparlante interno con audio mono a 1 bit
Supporto
D/CAS, Floppy Disk 5,25″
Risoluzione
40 colonne x 24 linee (text mode) o 40×48 (graphic mode 16 colori “low-res”) o 280×192 (6 colori “hi-res”)