Action-RPG

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Il fascino dell’azione e della progressione

Il genere Action-RPG (o ARPG) fonde la tensione dinamica dei giochi d’azione con la profondità tipica dei giochi di ruolo. Da un lato, il giocatore si ritrova a dover affrontare situazioni concitate, che richiedono riflessi rapidi e un controllo diretto del personaggio; dall’altro, la progressione di livello, la gestione dell’equipaggiamento e lo sviluppo delle abilità rimandano all’impianto classico degli RPG.

Quello che distingue davvero un Action-RPG è la gestione diretta degli scontri (attacchi, parate, schivate, ecc…), la cui fisicità del combattimento influisce anche sulla costruzione del personaggio: potenziare la forza, la destrezza o le abilità magiche non è solo una questione numerica, ma modifica il modo stesso di rapportarsi ai nemici e all’ambiente di gioco. Spesso si aggiunge una notevole enfasi narrativa, con dialoghi a scelta multipla e conseguenze tangibili. A rendere il tutto ancora più avvincente concorrono spesso mondi vasti e ricchi di segreti, in cui il giocatore è spinto a esplorare e a sconfiggere nemici sempre più potenti per ottenere ricompense migliori.

Evoluzione storica

Le origini dell’Action-RPG possono essere fatte risalire a vari progetti pionieristici della fine degli anni ’70 e dell’inizio degli anni ’80. Tra i primi esperimenti si ricordano Temple of Apshai (1979) e il suo seguito Gateway to Apshai (1983), seguiti da titoli come Dungeons of Daggorath (1982), Bokosuka Wars (1983) e Tower of Druaga (1984). Ognuno di questi cercava di introdurre, in modo embrionale, meccaniche di azione in tempo reale all’interno di un contesto ruolistico, ponendo le basi per l’unione tra combattimenti più dinamici e statistiche tipiche dell’RPG.

È tuttavia a metà degli anni ’80 che il genere prende forma in maniera effettiva. In Giappone, l’enorme successo di The Tower of Druaga (1984) in sala giochi influenzò profondamente gli sviluppatori locali, spingendoli a fondere elementi arcade, azione-avventura e meccaniche ruolistiche. Arrivarono così Dragon Slayer (1984) e Hydlide (1984), entrambi considerati veri capostipiti dell’Action-RPG: il primo, firmato Nihon Falcom, propose per la prima volta combattimenti in real-time e un impianto di puzzle-solving che abbandonava i comandi testuali tipici degli RPG precedenti; il secondo, sviluppato da T&E Soft, introdusse l’innovazione dell’overworld continuo e un sistema di “attacco/difesa” selezionabile dal giocatore.

Sebbene The Legend of Zelda (1986) non rientri pienamente nel canone dell’Action-RPG, la sua importanza nel plasmare il genere fu enorme: il pulsante dedicato all’attacco e la possibilità di esplorare un vasto mondo non lineare influenzarono fortemente i titoli successivi. Nel frattempo, Ys (1987) adottò un particolare “bump system” per i combattimenti, a conferma di un periodo di grande sperimentazione e ricerca di nuove formule.

Agli inizi degli anni ’90, il genere rimase perlopiù un fenomeno nipponico, con alcuni tentativi occidentali che non riscossero grande successo, come Times of Lore (1988). In Giappone, invece, si consolidarono quelle che oggi vengono ricordate come pietre miliari, fra cui Secret of Mana (1993). L’occidente dovette aspettare fino al 1997 per vedere un vero “boom” del genere su larga scala: Diablo (1997), sviluppato da Blizzard North, introdusse il “loot system” moderno, con bottini generati casualmente, trasformando l’Action-RPG in un fenomeno globale e aprendo la strada a decine di imitazioni e varianti.

Con l’arrivo degli anni 2000, l’Action-RPG si afferma definitivamente come genere di punta sia su console sia su PC, dando vita a una straordinaria proliferazione di esperienze videoludiche di qualità. Comincia il millennio Deus Ex (2000), spesso considerato un pioniere dell’“immersive sim”, che tra abilità potenziabili, scelte multiple e narrazione non lineare affiancati da componenti shooter, ne fa un titolo fondamentale per l’evoluzione degli Action-RPG. Seguono subito dopo diversi titoli di spessore come Gothic (2001) e Kingdom Hearts (2002), nonchè i primi esempi di rivisitazioni delle saghe in chiave ARPG (da qui a breve sempre più comuni) come The Elder Scrolls III: Morrowind (2002).

Emergono nel mentre franchise importanti con Fable (2004) e Monster Hunter (2004), ma soprattutto emerge BioWare con il suo Mass Effect (2007) che ridefinisce la commistione tra shooter in terza persona e RPG, inaugurando una trilogia basata su scelte morali e relazioni tra personaggi. Accanto, The Witcher (2007) porta sul mercato un dark-fantasy cupo e maturo, incentrata su dilemmi morali e un combat system che unisce spade e magie. Come con TES, anche la serie Fallout riceve rivisitazioni, con l’uscita di Fallout 3 (2008), che trasforma la celebre serie post-apocalittica in un Action-RPG in prima persona.

Concludono gli anni 2000 Borderlands (2009) ma soprattutto Demon’s Souls (2009), che rilancia il concetto di sfida elevata e world design interconnesso, un preludio ai futuri titoli From Software destinati a inaugurare la corrente dei “soulslike”, a cominciare da Dark Souls (2011) con i suoi sequel ed eredi spirituali, caratterizzati da difficoltà punitiva, narrazione frammentata e atmosfere oscure.

Gli ultimi anni vedono continuare la corrente del cambiamento per diverse serie: ne sono esempi Dragon Age II (2011) e Assassin’s Creed Origins (2017). In parallelo, la popolarità dei soulslike continua a crescere, con capitoli sempre più ambiziosi che confermano la vitalità di un Action-RPG capace di reinventarsi e mescolare influenze da ogni angolo del panorama videoludico.

Un genere di punta

Oggi l’Action-RPG é tra i generi più proficui e prolifici, non smettendo di attrarre nuovi giocatori. La possibilità di esercitare un controllo diretto sulle azioni, unita alla soddisfazione di potenziare e personalizzare il proprio eroe, lo rende un terreno fecondo per futuri esperimenti. Se inizialmente la sua forza risiedeva nel proporre la classica progressione a livelli in un contesto adrenalinico, oggi va oltre, accogliendo influenze da vari sottogeneri. Questa ricchezza di contaminazioni consente di rispondere alle esigenze di un pubblico eterogeneo, appassionato tanto della sfida immediata quanto delle strategie di sviluppo del personaggio.

Anche i mondi di gioco si sono aperti a un’esplorazione sempre più estesa e interattiva, offrendo ambientazioni capaci di stupire tanto per la qualità visiva quanto per la varietà di situazioni proposte. L’approfondimento narrativo, con scelte morali, dialoghi e finali multipli, è diventato un elemento distintivo che avvicina il genere a esperienze più mature e riflessive, senza però tradire la vena dinamica che l’ha sempre caratterizzato.

Allo stesso tempo, il contatto costante con una community vivace e desiderosa di novità spinge gli sviluppatori a sperimentare formule inedite. Se da un lato c’è chi rimane fedele a sistemi di loot e crescita “classici”, dall’altro emergono titoli che ribaltano i canoni consolidati, mettendo in discussione la stessa definizione di Action-RPG. Grazie a questa dialettica tra tradizione e spinta evolutiva, il genere mantiene salda la propria identità pur rimanendo aperto al cambiamento.

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