Stealth
L'arte dell'invisibilità
Il genere stealth si basa sulla furtività e sull’evitare il confronto diretto con i nemici. L’obiettivo principale è superare ostacoli, neutralizzare avversari o raggiungere determinati obiettivi, privilegiando l’occultamento e l’inganno. I giocatori sono incoraggiati a rimanere inosservati attraverso meccaniche come il nascondersi, il muoversi furtivamente, usare distrazioni o travestimenti. Questo approccio enfatizza la pianificazione e la gestione accurata dell’equipaggiamento.
Gli elementi chiave del sottogenere includono il nascondersi nelle ombre o usare l’ambiente stesso per occultarsi, un sistema di allerta e consapevolezza dei nemici manipolabile o evitatabile, neutralizzazioni silenziose o incapacità dei nemici senza allarmare altri, pianificazione e analisi ambientale. Il tutto, condito con una discreta dose di trial and error nei titoli più ostici.
Il genere richiede pazienza e precisione, premiando i giocatori che adottano un approccio strategico e riflessivo. I giochi stealth enfatizzano non solo l’illuminazione, ma anche il design audio, poiché i giocatori devono essere in grado di sentire effetti sonori sottili che possono allertare i nemici delle loro azioni. Gioca un ruolo fondamentale la costruzione di una adeguata IA per i nemici, in grado di esaltare o affossare l’esperienza con questo genere di giochi.
Evoluzione storica
Il genere stealth vede come suo precursore il gioco Manbiki Shounen (1979), che presentava, in una veste molto spartana, un protagonista che cercava di rubare oggetti evitando il campo visivo del negoziante. Sarà nel 1981 che il genere ottiene una valenza vera e propria, con i titoli 005 (1981) e Castle Wolfenstein (1981), che introdussero travestimenti, meccaniche di occultamento e obiettivi di missioni furtive.
La piena presenza nell’industria la ottiene alla fine degli anni ’80, con l’uscita di Metal Gear (1987), che segna un punto di svolta per il genere, introducendo elementi chiave come l’importanza di evitare gli scontri a fuoco anche se possibili, l’uso di strumenti per manipolare l’ambiente, sistemi di allerta e attenzione al suono.
Per gran parte degli anni ’90 il genere rimane sopito, con solo alcuni giochi di punta come Metal Gear 2: Solid Snake (1990) che usavano il genere come cuore del gioco, oppure giochi come System Shock (1994) che usavano alcune meccaniche stealth pur concentrando lo spirito del gioco su altro.
Nel 1998 avviene l’ascesa del genere. Una vera epoca d’oro per lo stealth, poiché escono nello stesso anno i titoli Tenchu: Stealth Assassins, Metal Gear Solid e Thief: The Dark Project, che stabiliscono definitivamente le fondamenta del genere, rendendolo un successo mainstream.
A questo punto gli anni 2000 vedono una repentina crescita dello stealth nell’industria, ed una contaminazione dello stesso su altri generi. Vengono pubblicati vari gioielli del calibro di Hitman: Codename 47 (2000), Deus Ex (2000), Tom Clancy’s Splinter Cell (2002) e Assassin’s Creed (2007). Tutti con meccaniche più o meno profonde di stealth ma valorizzate e ben integrate in altri generi.
Grazie a tecnologie sempre più avanzate, in particolare riguardo l’IA, lo stealth é diventato florido e molto presente nell’industria moderna, con utilizzi che variano a seconda del concept e del core di gioco, portando sempre una certa varietà nonostante la staticitá delle meccaniche.
Di nicchia ma non troppo
Lo stealth è uno dei generi che più ha beneficiato dell’avanzamento tecnologico. Sistemi avanzati di intelligenza artificiale consentono ai nemici di reagire in modo realistico alle azioni del giocatore, aumentando l’immersione. L’uso di illuminazione dinamica, audio 3D e design dei livelli più complesso ha arricchito ulteriormente l’esperienza.
Ha inoltre influenzato una vasta gamma di altri generi, con elementi di furtività integrati in giochi d’azione, avventure e persino RPG. Questa versatilità ha permesso al genere di evolversi e adattarsi a diverse esperienze di gioco, mantenendo la sua rilevanza nel panorama videoludico contemporaneo. Nonostante però il successo dei titoli che posseggono tali meccaniche, il genere appare di una certa nicchia quando i giochi si concentrano puramente sullo stealth.
questo sottogenere offre comunque un’esperienza di gioco unica, focalizzata sull’astuzia e la pianificazione piuttosto che sul confronto diretto. La sua evoluzione storica e la capacità di integrarsi con altri generi testimoniano la sua importanza e il suo impatto duraturo nell’industria dei videogiochi. Rimane di fatto uno dei più affascinanti e impegnativi nel panorama videoludico. Con una storia ricca di innovazione e un futuro promettente, continua a offrire ai giocatori esperienze uniche che mettono alla prova la loro pazienza, strategia e capacità di adattamento, anche se questo con il tempo sta rendendo titoli puramente stealth un po’ più elitari.