TBT
Generi correlati
La visione della tattica a turni
Il sottogenere TBT (Turn Based Tactics) si distingue per il suo focus sulla pianificazione strategica, la gestione di piccole squadre o unità e un ritmo di gioco diluito in fasi ben definite. Non a caso si parla di TATTICA a turni, poichè ha uno scope ridotto (rispetto alla strategia, dalla visione più ampia). I giochi TBT offrono al giocatore l’opportunità di riflettere su ogni mossa: il posizionamento delle truppe, la scelta dell’equipaggiamento e l’utilizzo adeguato dell’ambiente di gioco diventano elementi cruciali per la vittoria. In giochi di questo sottogenere, il tempo non scorre in modo continuo ma è scandito da turni in cui, di norma, ogni personaggio o unità può effettuare un numero limitato di azioni prima di passare la mano all’avversario.
Le meccaniche di combattimento spaziano dal movimento su griglie bidimensionali o esagonali, fino a sistemi di copertura avanzati e calcoli dettagliati per determinare precisione e probabilità di colpire. L’idea di fondo consiste nel ricreare, in formato digitale, la profondità dei classici wargame da tavolo, spingendo il giocatore a una gestione oculata di risorse, abilità e posizionamento. Questo si traduce in un gameplay spesso più “intellettuale”, in cui l’istinto lascia il posto alla pianificazione e alla capacità di saper prevedere le mosse dell’avversario.
Oltre ai classici conflitti militari, i titoli TBT si sono ampliati con ambientazioni fantasy, sci-fi e persino umoristiche, coinvolgendo un pubblico sempre più ampio. È la sfida all’ingegno il vero motore di questi giochi: si cerca di anticipare il nemico, sfruttando al meglio ogni risorsa a disposizione, dalla conformazione del terreno alla varietà di abilità speciali.
Evoluzione storica
Le radici dei Turn Based Tactics (TBT) affondano nei wargame da tavolo, popolari già all’inizio del ventesimo secolo, tra cui spiccano classici “tattici” ispirati agli scacchi e al confronto militare. Le prime sperimentazioni per trasporre tali concetti in formato digitale risalgono alla fine degli anni ’70. Tra i primi titoli si ricorda Tanktics (1978), che, pur non essendo particolarmente noto al grande pubblico, introdusse una prima forma di trasposizione delle tattiche a turni in ambito videoludico.
Nei primi anni ’80, lo sviluppo tecnologico rese possibili rappresentazioni più complesse e dettagliate, permettendo al sottogenere di emergere e acquisire una forma ben definita. Eastern Front (1941) (1981) è considerabile il primo titolo TBT in senso stretto, sia per l’aderenza ai canoni del genere sia per il successo ottenuto, che contribuì a far conoscere i Turn Based Tactics a un pubblico più ampio. In seguito, il genere conobbe una rapida espansione con titoli di rilievo come Nobunaga’s Ambition (1983), Rebelstar Raiders (1984) e Laser Squad (1988), che ne consolidarono la popolarità.
È importante notare che il sottogenere non si limitava agli strategici: tra gli anni ’70 e ’80, diversi RPG introdussero meccaniche di combattimento a turni. Basti pensare a Ultima (1981) o Dragon Quest (1986), che tuttavia si limitavano a sfruttare la meccanica dei turni senza sviluppare componenti tattiche approfondite. Il potenziale tattico dei TBT trova maggiore espressione negli strategici, ma titoli come Bokosuka Wars (1983) iniziarono a integrare gli elementi dei due generi, gettando le basi per il filone noto come “tactical role-playing”.
Negli anni ’90, mentre in Occidente si affermava la saga XCOM grazie al successo di UFO: Enemy Unknown (1994), in Giappone prendevano sempre più piede gli ibridi “Strategy RPG”. Titoli come Fire Emblem: Shadow Dragon and the Blade of Light (1990) e Final Fantasy Tactics (1997) diedero ulteriore slancio al sottogenere, ampliando notevolmente il bacino d’utenza, che ormai non rappresentava più una piccola nicchia.
L’inizio del nuovo millennio segna un calo d’interesse, complice l’emergere di generi più immediati e visivamente più spettacolari. I TBT vennero spesso relegati a spin-off, mentre i titoli originali divennero rari. Poche saghe riuscirono a tenere vivo l’interesse per il genere, che rischiava di essere eclissato.
A partire dal 2010, grazie al ritorno di brand storici e all’emergere di nuovi studi indipendenti, si assiste a una vera e propria rinascita del TBT. Saghe come Shin Megami Tensei, Fire Emblem e Valkyria Chronicles hanno contribuito a mantenere vivo il genere, ma è soprattutto il successo di XCOM: Enemy Unknown (2012) ad aver riportato i TBT sotto i riflettori, aprendo la strada a una nuova proliferazione di titoli. Anche il mercato indie si è rivelato fertile, offrendo esperienze originali e ibride, spesso arricchite da contaminazioni con altri generi.
La tattica a turni oggi
Attualmente, il sottogenere TBT vive una stagione di grande fermento, con produzioni di vario calibro: dai progetti ad alto budget sviluppati da team consolidati, fino alle sperimentazioni di piccoli studi indipendenti. Il gioco a turni, forte della sua base strategica, ha saputo rinnovarsi adottando interfacce user-friendly, meccaniche di progressione più immediate e scenari sempre più diversificati. Ciò ha permesso a un pubblico eterogeneo, compreso chi preferisce azione più rapida, di avvicinarsi all’idea di un gameplay basato sull’analisi attenta e sulla pianificazione di lungo periodo.
Molte recenti iterazioni puntano su trame avvincenti e tematiche mature, dimostrando che la tensione e il coinvolgimento emotivo non dipendono necessariamente dalla velocità di gioco. In parallelo, le community online hanno favorito la nascita di mod, eventi competitivi e dibattiti, alimentando così l’attenzione verso un genere che, con la giusta formula, riesce a tenere i giocatori incollati per decine (o addirittura centinaia) di ore.
Il TBT rimane un pilastro imprescindibile per chi ama la strategia pura, l’attenzione ai dettagli e la sfida intellettuale. Dalle prime simulazioni basate su scenari bellici fino ai moderni ibridi con elementi RPG e roguelike, il genere ha superato i confini di nicchia, continuando a evolversi e a mantenere intatto il suo fascino. Ogni nuova uscita rappresenta una sfida alla creatività tattica dei giocatori, dimostrando che anche nel panorama videoludico odierno c’è ancora spazio per il pensiero strategico e per una forma di divertimento che affonda le proprie radici nella pianificazione e nella perseveranza.